Santa Maria a Monte è uno di quei posti da gustare in un boccone. Lo paragonerei senza troppi giri di parole ad una cena in un ristorante stellato: un’esperienza, un viaggio filosofico da vivere con i giusti tempi.
Ecco perché mi piace raccontarvi la visita in città come se si trattasse di un menù composto di varie portate diverse, con una logica che abbraccia i cinque sensi. Il filo conduttore di questo pasto è il cibo, come si può facilmente intuire dato che vi trovate sul blog di un LargoBaleno, noto per amare il mondo food alla follia.
Antipasto
Il preludio di tutto non può che essere la Storia.
Quando si arriva a Santa Maria a Monte la prima cosa che colpisce è il panorama che dalla piazza principale si staglia su tutto il circondario, ed occorre inquadrare il borgo storicamente per poterne cogliere il senso.
È stato infatti il primo avamposto militare del Valdarno in epoca medievale; a questo si deve la sua pianta a forma spirale che ricalca i tre cerchi di mura costruiti a protezione della rocca. L’esatto opposto di oggi, considerato che la stessa piazza è intitolata “Piazza della Vittoria” e con il monumento dedicato ai caduti nelle grandi guerre forma una sorta di inno alla pace. Oggi Santa Maria a Monte è tutt’altro che chiusa o arroccata, ed il quieto vivere si respira nell’aria.
Adesso vi starete chiedendo dove la storia di questo paese incontra il mondo food.
Ecco la risposta: nel ruolo fondamentale dell’alimento per eccellenza, l’acqua. Sotto al Paese si cela infatti una città sotterranea dove l’acqua scorreva ed era utilizzata dagli abitanti del castello. Gli Statuti del 1300 raccontano proprio di cisterne e stillatoi, che permettevano la potabilità delle acque.
Per iniziare a vivere Santa Maria a Monte è necessario conoscerne i trascorsi, poterne osservare l’ingegnosa costruzione e lasciarsi inebriare dal panorama ma anche dagli scorci più nascosti.
Primo piatto
La città pullula di cultura!
La prima portata è solitamente quella più abbondante, dove regna la pasta, i piatti ricchi e gustosi. A farla da padrona sono la cultura, dunque le scienze e la letteratura.
Nel corso principale della città, in Via Carducci, si trovano gran parte dei punti di interesse dedicati alla cultura. Ad esempio la Biblioteca Comunale, dalla quale si accede alla cisterna medievale, che è molto ben dotata di libri e di dvd.
Nella stessa via, ha sede il Museo “Casa Carducci”, con le opere del Maestro Antonio Possenti dedicate a Giosuè Carducci. Il poeta infatti – o almeno la sua famiglia – ha vissuto a Santa Maria a Monte dal 1856 al 1859.
La cosa bella è che la coltura in via Carducci è comunicata anche in posti dove abitualmente non siamo abituati a trovarla.
È il caso di Sorry I’m Different, una boutique di abbigliamento che in modo originale educa alle differenze, ovvero ad essere sempre se stessi.
Nasce in questa boutique anche un bellissimo progetto, dal titolo “Made with difference”: si tratta di una foto scattata in un ospedale italiano durante il periodo di pandemia, che ritrae due infermieri che si concedono un abbraccio, in piena sicurezza. Questa foto è stata trasferita su tshirt bianche sostenibili ed ecologiche, acquistabili nelle versioni uomo-donna-bambino. I ricavati sono poi devoluti in beneficienza.
Un altro esempio di cultura è rappresentato dalla Art Suite Gallery: una casa vacanze ideale per due persone, che ospita anche una galleria d’arte con un arredamento realizzato su misura in modo da mettere in risalto i quadri e le opere.
Infine, ma non per importanza, è il cibo a fare cultura.
In particolare da Tapassion 2.0, un ristorante straordinario che reinventa il concetto stesso di ristorazione. In questo locale infatti non si va solo per mangiare, ma per vivere un’esperienza che inizia già dall’accoglienza, quando si possono ammirare gli interni di un posto storico ed al tempo stesso all’avanguardia. Oltre al menù alla carta, la vera innovazione culturale sta nel concepire un pasto in modo diverso: il commensale che voglia provare questa esperienza, può semplicemente sedersi e lasciarsi guidare al buio in un menù completo o in un particolare menù tapas, dove il cibo è pensato per poter essere accompagnato da un preciso vino.
Devo ammetterlo: trovare un sommelier non solo formato, ma anche curioso di novità come Fulvio, il proprietario, è praticamente impossibile. Assaggiare un vino affumicato pugliese, accompagnato da acciughe salate piuttosto che un vino rifermentato in bottiglia, il tutto in un borgo medievale toscano, è per me puro spirito avanguardista.
E non posso non menzionare la varietà infinita di caffè presenti nel locale! Vi faranno rimanere a bocca aperta, parola di LargoBaleno.
Secondo piatto
La seconda portata è ingegno.
È quella fantasia toscana che (diciamocelo) ci invidiano un po’ in tutta Italia! È una torre civica alta ben 6 metri e dotata di orologio che ospita la mostra “Le quattro stagioni e la vita contadina”. Sono gli scavi archeologici con un’area dedicata ai forni fusori ed alle fonti battesimali. È poter trovare una taproom, quella del Birrificio Aries, che nasce a Fucecchio (lungo la Via Francigena) a pochi passi da Tesori Tipici Campani e Toscani, che ha delle mozzarelle di bufala eccezionali (si, sdoganiamo l’abbinamento formaggi-birra, sempre in tema di originalità)!
Innovativo è dedicarsi alla coltivazione di un alimento locale su cui in pochi avrebbero puntato: la patata Tosca! La Tosca è una patata precoce che ha trovato il microclima ottimale in questa zona della Regione. È caratterizzata dalla buona resistenza alla cottura, ed è dunque buonissima in tutte le preparazioni! Ovviamente il cavallo di battaglia è la patata fritta, e proprio a questa preparazione è dedicata una sagra che si svolge ad Agosto in città.
Così come innovativo è inventare una caccia al tesoro gestita da smartphone, adatta a grandi e piccini, ed utile per far conoscere la città divertendosi. È l’idea di Play Smam, ed è stupenda. Fidatevi perché l’ho provata e mi sono divertito tantissimo (anche se ho perso per colpa di un indizio che mi ha portato fuori strada, facendomi perdere almeno 80 grammi)!
Per concludere non posso non definire originale un ristorante ideato da un architetto.
Si tratta di Ambra Nera, dove il menù è in continua evoluzione (vogliamo parlare del polpo in panatura croccante su crema di pistacchio e patate novelle?) e dove soprattutto colpiscono le sale interne. Ogni sala è dotata di una propria anima, di un proprio stile, di una originalità che viene delineata dall’arredamento ma anche dai colori e dai dettagli.
Dessert
Il dolce è il momento che amo di più. È il momento dei saluti, di costruire l’ultimo ricordo.
È il momento del gelato, che è possibile acquistare alla Gelateria del Borgo, dove viene prodotto con materie prime di qualità in modo artigianale. Il mio gusto preferito è diventato praticamente subito il lampone abbinato al cioccolato fondente. La cosa bella di questa gelateria è che nello spazio antistante vengono organizzate attività di vario tipo, come lo spettacolo di burattini degli artisti del Teatro di Bo’.
Ma anche una pausa al circolo Book&Coffee, che ha sede nella Biblioteca Comunale. Nel circolo, come si intuisce facilmente dal nome, i partecipanti si scambiano impressioni sulle letture sorseggiando caffè nero bollente.