Missione Roma: 20 ore per amarla

Roma non fu la stupida stasera.

Roma, la città in cui un LargoBaleno può sentirsi davvero un pesce qualsiasi in un branco variopinto.

Roma, il vero anagramma di Amor.

 

Avevo una missione: vedere quante più cose possibili in sole 20 ore circa. Decisamente complicato, ma non impossibile data la mia cocciutaggine. Più complicato sarebbe stato invece abbattere i pregiudizi che nutrivo per quella città. Non perché abbia qualcosa contro Roma, ma perché è una città leggendaria, e come tutte le cose più note ed elogiate, mi insospettiva.

 

 

 

 

 

 

 

Sono arrivato a Roma nel pomeriggio, dopo un lungo viaggio in treno che per motivi esterni è stato prolungato di un paio d’ore rispetto al normale. Ma sono stato libero di visitare la città solo a partire dalle 19.30, orario in cui ho fatto il check-in in albergo. E perché non partire proprio dalla vista dell’albergo? Dal cielo di Roma, dai palazzi, da Porta Portese. Lo ammetto, stanchissimo per il viaggio e per essermi svegliato alle 5 del mattino, ho quasi pensato di potermi addormentare sul letto matrimoniale che mi attendeva. Ma la fame e la voglia di provare qualche piatto romano hanno prevalso su tutto.

 

Così sono partito in cerca di qualcosa da mettere nella pancia. Ho superato Porta Portese, quella della canzone di Baglioni, e carico di entusiasmo…mi sono ritrovato in un quartiere davvero poco raccomandabile. Ho provato a cercare un posto su google maps in cui poter mangiare qualcosa, ma senza successo. Così mi sono messo a girovagare senza meta, finchè non mi sono ritrovato davanti al Pigneto Quarantuno. Mi sono seduto ad un tavolino all’aperto, ho ordinato una gricia ed un bicchiere di vino rosso, ed ho inspirato un po’ di Roma.

 

Sapete che dico sempre e solo la verità, quindi devo confessare che la freddezza della cameriera mi aveva particolarmente indisposto. Ma il vino, un rosso piemontese, ha reso più accettabile quella strana serata da zitello ubriaco (cosa che hanno pensato tutti i presenti agli altri tavoli, guardandomi a metà tra l’invidioso ed il commiserevole, mentre aspettavo la mia gricia). Non avevo mai mangiato una gricia, quindi non so paragonarla: posso solo dire che mi è piaciuta un sacco, anche se il guanciale era un po’ troppo cotto/sbruciacchiato. Ad ogni modo di qualità, e ad un prezzo molto buono. Non ho preso né dolce né caffè, perché avevo paura ad ordinarlo alla temibile cameriera, così sono scappato in hotel, di corsa perché quelle strade terrorizzavano (più della cameriera). Una doccia veloce, e sono crollato.

 

 

 

 

 

 

 

La mattina dopo, sono ripartito zaino in spalla dopo una colazione abbastanza deludente in hotel (non mi aspettavo la colazione continentale, ma neanche dei cornetti umidi perché lasciati in una vetrinetta chiusa). La prima tappa della mattinata è stato il Colosseo. Me lo ricordavo da quando ero bambino, non tanto perché ero stato a Roma (e di quel viaggio ricordo pochissimo), ma perché da appassionato di Storia ne conoscevo ogni dettaglio appreso dai libri. Foto di rito, e qualche pensiero alla magnificenza di quello splendore, ma anche al fatto che fosse stato costruito come arena per i gladiatori, uomini che morivano per far divertire i ricchi aristocratici romani.

 

La mia seconda tappa, quella principale, doveva essere Villa Borghese, anche quella conosciuta nel corso dei miei studi, in quanto primo esempio di “bene comune” in Italia, ed importantissimo dal punto di vista legislativo in quanto il diritto di proprietà degli eredi della villa, è stato posto in secondo piano dai giudici rispetto al diritto dei cittadini romani di godere del parco.

 

Ovviamente con la mia fortuna era in corso lo sciopero dei mezzi pubblici, quindi a piedi mi sono perso, fino ad arrivare alla fontana di Trevi. Altra foto di rito, e grazie a google maps ho trovato la strada giusta. Proprio lungo la strada ho trovato un museo: la Galleria d’Arte Moderna di Roma Capitale. Non voglio dirvi troppo di questo museo, perché penso dobbiate scoprirlo, come è successo a me. Sappiate solo che all’interno potrete trovare uno splendido documentario sulla storia di Roma, con dei bellissimi montaggi di storici dell’Istituto Luce, oltre a quadri e statue molto belle, di cui potrete conoscere tutto grazie al sistema interattivo tecnologico InterGAM.

 

 

 

 

 

 

 

Mi sono rimesso in marcia e sono arrivato alla Villa. Mi aspettavo una villa, invece è un enorme parco all’interno del quale potete trovare di tutto, dallo zoo, ad un lago, a viali alberati, a parchi per i cani, alla casa del cinema, per arrivare alla storica villa che funge da museo (ma nella quale non sono entrato perché in ritardo). Ed il particolarissimo orologio ad acqua, costruito nel 1873. Mi sono volutamente perso, senza consultare troppo la mappa, e sono arrivato in Piazza di Spagna. Era l’ora di pranzo, ma non volevo un classico ristorante per turisti (né spendere 50 euro per un piatto di pasta). Ed ecco che, quasi per magia, mi è apparsa una cuoca intenta ad impastare e stendere la pasta all’interno di un ristorante: il Sugo d’Oro (Facebook: https://www.facebook.com/sugodoro/). A differenza del giorno prima, lo staff si è rivelato da subito molto cortese, e dalle scene che ho visto, anche molto preparato e professionale (ma sempre col sorriso). Ho mangiato come antipasto una bruschetta al pomodoro, poi ho proseguito con una carbonara davvero deliziosa, con la pasta fatta a mano, ed un sugo praticamente perfetto, il tutto accompagnato da un bicchiere di vino rosso (seriamente, non prendetemi per ubriacone) e per concludere, un caffè. Il tutto ad un prezzo decisamente giusto ed accessibile. Insomma, mi hanno fatto ricredere sui romani in un attimo! Giusto il tempo di una carbonara!

 

Coi piedi fumanti…sono scappato alla stazione. Stanco, distrutto ma felice, pieno di calamite (che è il souvenir che regalo più spesso, dopo al cibo che stavolta non ho preso), sono tornato a casa.

 

20 ore.

Ho amato Roma, i suoi angoli stupendi (ho fotografato anche i tombini), e la sua cultura.

E’ una città che va visitata più a lungo, senza accontentarsi delle guide classiche, perché come tutte le città sovraffollate dal turismo, nasconde dei tesori preziosi, come Villa Borghese.

 

Missione compiuta!