La pappa al pomodoro: #PaninoDelSabato scomposto

La storia del passato

ormai ce l’ha insegnato

Che un popolo affamato

fa la rivoluzion.

I buoni intenditori avranno capito che non è un inno contro il governo, ma la prima strofa della canzone di Rita Pavone “Viva la pappa col pomodoro”.

È partito tutto così: un giorno un LargoBaleno si è svegliato affamato. No, non affamato di cibo (in questo non ci sarebbe niente di speciale) ma affamato di rivalsa rispetto alle critiche genericamente rivolte alla categoria dei giovani. “Affamato” nel senso inteso da Steve Jobs nel suo celebre “stay hungry stay foolish”.

Non approfondirò il tema, ma una cosa devo dirla: se “i giovani” giocano ai pokemon è perché hanno poco altro da fare nel tempo libero. E non per colpa loro, bensì per una cattiva educazione, non dovuta dall’inesperienza dei genitori, quanto dalla società incentrata sul lavoro e sull’apparenza, dove tutto è sbagliato e criticabile.

Voi non giovani che oggi accusate i pokemon avevate i flipper nei bar, i parchi in cui giocare, dei luoghi di ritrovo ed una oppressione meno forte di quanto non si abbia oggi con le tante aspettative riposte sulle nostre spalle.

Quale modo migliore di fare la rivoluzione se non con la pappa al pomodoro? Perché la pappa al pomodoro è questo: è dire no ai Fast food ed al cibo spazzatura, è riscoprire il passato, è dimostrare che anche oggi noi giovani sappiamo evitare gli sprechi ed essere propositivi.

Ve lo dico subito: probabilmente la mia non rispecchierà la classica ricetta della pappa al pomodoro, ma sono un rivoluzionario, no? E come tale la farò rientrare nel #PaninoDelSabato (perché la base del piatto è il pane)

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Ingredienti:

-mezza cipolla

-4 friselle (o pane tostato)

-1 testa d’aglio

-circa 500 grammi di polpa o sugo di pomodoro

-sale, olio, origano o erbe aromatiche a piacimento

 

Ho preso delle friselle integrali, che mi erano avanzate dal giorno prima (ma potete usare anche del pane raffermo o abbrustolito) e le ho strofinate con dell’aglio.

Ho quindi tagliato della cipolla rossa di Tropea, ed ho pianto. Lacrime di commozione, perché se c’è una cosa che mi rende emotivo è il tagliare la cipolla. L’ho dunque usata come fondo della pentola insieme a dell’olio.

Una volta appassita la cipolla, ho versato nella pentola un po’ di sugo al pomodoro preparato da NonnaBalena (va bene anche del semplice passato di pomodoro in bottiglia…io avevo quello perché ancora NonnaBalena non ha capito che in casa non siamo 320 e le sue proporzioni sono poco attendibili).

Ho aggiunto dell’acqua, e non appena il sugo ha iniziato a bollire, vi ho tuffato, con l’invidia della Cagnotto per il triplo carpiato indietro, le friselle spezzate a metà. Aggiungete sale e pepe q.b. (Odio chi dice quanto basta, ma ho davvero fatto a caso, quindi decifrate il q.b. come “a mano libera”).

Ho atteso. Almeno 40 minuti. E nel frattempo ho guardato le Olimpiadi mentre stiravo (si, noi giovani facciamo anche questo…).

Di tanto in tanto ho spezzettato le friselle con un mestolo ed ho mischiato bene con il sugo.

Risultato? La pappa al pomodoro, da cospargere con erbe aromatiche di Tiger e mangiare tiepida o fredda, ma con l’animo scaldato!

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