Uno dei lati positivi di questo lockdown è stata la possibilità di dedicare più tempo ai bei libri che avevo lasciato in sospeso, come “La favolosa storia delle verdure” di Evelyne Bloch-Dano.
Si tratta di un libro piacevole da leggere che mette al centro le biografie romanzate degli ortaggi più comuni sulle nostre tavole. Non si tratta di fiabe, nè di ironizzare sul cibo. Nè tantomeno di un ricettario, come erroneamente si può leggere su alcune pagine in rite. Piuttosto è un omaggio a quegli alimenti più sottovalutati che formano la base della piramide alimentare, perchè non dovrebbero mai mancare durante i pasti principali.
Proprio tra le prime pagine del libro l’autrice sottolinea il suo rispetto per il mondo gastronomico inteso non solo come mezzo di sussistenza:
Il cibo è ciò che ci mantiene in vita, ma è anche quello che ci lega all’ambiente circostante, alla nostra storia, alla nostra società, alla nostra epoca, al nostro status sociale: agli altri.
La pubblicazione
Prima di addentrarci nella storia raccontata tra le pagine del libro, è opportuno avere qualche informazione in più sulla pubblicazione e sull’autrice.
Il libro è recente, è stato pubblicato nel 2017, io ho acquistato la quarta edizione stampata nel Novembre 2018. Il timbro è di add editore, una casa editrice indipendente di Torino che ha a cuore le tematiche sociali legate all’ambiente ed al cibo. Tra i loro libri spuntano anche “Le incredibili avventure delle piante viaggiatrici”, “Storie straordinarie delle materie prime”, ed altri saggi che in questi giorni potete trovare sul loro sito (qui il link per raggiungerlo) con sconto del 5% e spedizione gratuita per ordini di almeno 10 euro.
L’autrice è Evelyne Bloch-Dano, che ha scritto biografie e saggi che parlano spesso di donne. Una curiosità: fa parte anche della giuria del “Prix Fémina”, un premio letterario francese assegnato annualmente da una giuria completamente composta da donne.
Interessante anche la traduzione di Sara Prencipe, a cui si devono le versioni di altri libri della Bloch-Dano, nonchè del sopracitato “Storie straordinarie delle materie prime”.
Storie delle verdure
Veniamo al cuore del libro: la storia delle verdure. Sono 10 gli ortaggi selezionati e raccontati; si passa dai più comuni come la carota ed il pomodoro, ai più particolari e curiosi, come il topinambur e la pastinaca.
Ogni storia è lunga circa una decina di pagine, che si divorano letteralmente, ed è preceduta dalla breve biografia di un pittore che ha rappresentato nelle sue opere proprio gli ortaggi.
Una parte essenziale di questa lettura è proprio l’amore dell’autrice per l’arte, nelle sue svariate forme. Gli ortaggi sono raccontati attraverso poesie, citazioni, ricette e persino canzoni. Come quella che Michel Jonasz ha dedicato alla famiglia e nella quale ha dato una sentimentale versione del cavolo!
La mia storia preferita è la penultima, dedicata alla zucca. Chi mi segue da un po’ sa quanto io adori la zucca ma non avevo mai scoperto così tante informazioni come con questa breve biografia. Ad esempio sapevate che nella versione originale dei fratelli Grimm non compare la zucca e Cenerentola va al ballo accompagnata da uno stormo di uccelli? Ebbene si, niente carrozza!
Non passano in secondo piano, infine, le conclusioni del libro: una poesia di Anna de Noailles, poetessa francese, dal titolo Le verger; un capitolo dedicato alle verdure di Sicilia; un breve capitolo scritto da Fabrizia Lanza e dedicato al finocchio selvatico nella cucina siciliana. E per finire nomi scientifici e famiglie delle verdure!
Il mio abbinamento culinario
Quale piatto potevo abbinare a questo libro, se non una preparazione a base di verdure?
Lo ammetto: sono monotono. Così ho deciso di riprendere una tecnica di cottura di cui vi ho recentemente parlato qui sul blog, la vasocottura. Se non avete letto il post dedicato, potete farlo cliccando qui.
Più in particolare ho cotto in vasocottura le verdure che avevo a disposizione (pomodorini, zucchine, carote, cipolle, sedano). A parte ho preparato il couscous e l’ho aromatizzato con curry e pepe, le spezie più internazionali che esistano.
Ed ecco un piatto semplice, multiculturale, colorato: adatto ad un libro favoloso come “La favolosa storia delle verdure”.