Per scrivere la sceneggiatura di un buon film ci vogliono due anni, per girarla due mesi, per effettuare il montaggio due settimane, per dare gli ultimi ritocchi due giorni, per vederla due ore, e per dimenticarla due minuti.
Lo diceva Joseph Leo Mankiewicz, sceneggiatore e regista polacco di molti film di successo tra i quali l’indimenticabile “Eva contro Eva” del 1950. Ed è un po’ quello che dice NonnaBaleno più o meno ogni volta che cucina una nuova versione delle sue lasagne: impega anni per inventarsi una variante alle classiche lasagne al ragù, le affina in due mesi, le prepara in due settimane, le ultima in due giorni, le cuoce in due ore, in due minuti le mangiamo tutti insieme. Ma non le dimentichiamo.
Ecco cosa accomuna il cinema al cibo: il lavoro, la passione, il buon gusto, ma soprattutto la memoria. Perchè abbiamo tutti un piatto che leghiamo ai nostri ricordi più importanti: c’è un piatto che ci riporta alla nostra infanzia, uno che ci viene in mente quando siamo felici, uno che sopperisce al vuoto interiore nei momenti di tristezza. C’è addirittura un piatto che leghiamo al nostro primo amore! Insomma, un connubio perfetto!
Immaginate ora un vecchio cinema. Uno di quelli con le pareti in legno, dallo stile classico, con la biglietteria all’ingresso in vecchio stile, i manifesti appesi alle parti, ed una grande scalinata per raggiungere i posti migliori per vedere il film in visione. Immaginate che il cinema con il tempo venga chiuso, e che nella città non ne venga aperto uno nuovo. Non solo: quel vecchio cinema non viene abbattuto (nè valorizzato), ma viene trasformato in un ristorante. Ecco, io in quel posto sono andato a mangiare.
Lo ammetto, è stato un vero e proprio colpo al cuore, perchè un cinema, soprattutto storico, con la vita che ancora si muove sulle pareti, ed i rumori del passato incorporati al locale, non dovrebbe essere chiuso. E’ meravigliosa l’idea di unire il tutto alla cucina, però. Soprattutto se la cucina è quella della tradizione toscana, della zuppa fatta in casa, con una cottura lunga ed i prodotti (spero) del territorio. Se è quella di un antipasto toscano così come va fatto: con i salumi che vuole la tradizione, ed i crostini al centro del piatto.
Poco importa se il prosecco è servito in un bicchiere di plastica e se non ci sono le sofisticherie di un ristorante stellato o di gran classe. E’ giusto così, anche solo per rispetto del cinema stesso.
Certo, il posto dovrebbe essere curato un po’ meglio, magari facendo rivivere gli spazi che ora sono abbandonati (come la biglietteria all’ingresso), ma l’idea…ecco, l’idea è davvero geniale. Non mi resta che dirvi “buon appetito”, ed invitarvi a provare l’atmosfera del ristorante “Il vecchio cinema” di Cascina (PI).