Si è svolto venerdì 6 Settembre all’interno del SANA di Bologna 2019 (il Salone Internazionale del Biologico e del Naturale), il convegno dal titolo “Green food influencer: come si comunica la sostenibilità del cibo tra influencer, istituzioni, app e campagne”.
Il convegno è stato organizzato da GreenStyle, il magazine dedicato alle tematiche ambientali del gruppo Triboo, in collaborazione con l’Agenzia “Press Play”.
Ad introdurre il tema della giornata Matteo Campofiorito, responsabile editoriale di GreenStyle
Il panel mirava volutamente a “provocare” il pubblico, ponendo l’accento su alcuni concetti chiave ed in particolare su quello di green influencer.
Proprio GreenStyle nell’Aprile scorso ha premiato i “10 Top italian green influencer”, tra i quali spicca il nome dell’attore Alessandro Gassman che si è aggiudicato il titolo di Top green influencer dell’anno. La provocazione sta proprio in questo: nell’estendere il concetto di influencer a tutte le persone che si impegnano in modo davvero coerente e credibile nelle tematiche ambientali, a prescindere dalla loro professione.
Questa impostazione è stata confermata anche da Matteo Nardi, giornalista ambientale e responsabile della Divisione Ricerca e Sviluppo della Press Play.
Parlare di influencer è ormai comune ma stereotipato
Il rimando è alle figure più famose, come Chiara Ferragni. Questo è dovuto principalmente al fatto che in Italia il panorama sugli influencer professionisti è ridotto rispetto a quello internazionale. Sono molto più numerosi gli “influencer offline”, credibili e che comunicato su un determinato tema.
“Non si tratta di una moda passeggera”, ha spiegato Matteo Nardi. “L’influencer c’è sempre stato: già negli anni ’80 Michael Jordan sponsorizzava le scarpe Nike”.
Benché l’influencer marketing nasca come pratica commerciale solo quando si sviluppano i principali social network, Facebook nel 2004 ed Instagram nel 2010, che hanno rafforzato il rapporto di fiducia tra le persone, quello che in gergo tecnico è richiamato dalla frase “customers trust people”. Nel 2018 si stima che ben il 64% delle aziende ha utilizzato influencer marketing.
I grandi influencer in Italia non sono green
Valentina Villa di “BloggerItalia” ha condotto una chiara analisi della situazione nazionale sulla svolta green dei social.
Quando si sente parlare di cibo sostenibile sui social ci si concentra su tre aree tematiche: vegan, plastic free e zero waste. In realtà ci sarebbero molti altri temi attinenti che non vengono trattati. Si pensi alla filiera corta (argomento della mia tesi di laurea), allo sfruttamento delle risorse, alla biodiversità, ai cambiamenti climatici. Tutti temi cari a questa edizione del Sana Bologna 2019!
I top influencer food italiani non sono green. L’interesse è dato alla cucina in sé, alla tradizione, al gusto, ma ben poco agli aspetti socio-ambientali. Chiara Maci, Bruno Barbieri, Sonia Peronaci, sono grandi del mondo food che di rado si spendono sul mondo green.
Una situazione creata anche dalle aziende, che si limitano a comunicare il cibo sostenibile su riviste specializzate, ma poco sul web ed in tv pensando che l’influencer marketing sia solo sinonimo di product placement o temendo le critiche del pubblico.
Green influencer anche in politica
Alfonso Pecoraro Scanio, premiato da GreenStyle come Top Influencer per la categoria “Circular Economy”, ha parlato per l’occasione proprio di “web activism”, di attivismo politico sul web. La forma individuata dall’ ex Ministro delle Politiche Agricole, dell’Ambiente e della Tutela del Territorio come più consona ai temi green è quella dell’ICE.
L’ICE (o Iniziativa dei Cittadini Europei) è una forma di democrazia diretta. È un meccanismo che si attiva al raggiungimento del milione di firme e che serve ad indirizzare la Commissione Europea affinché intervenga su determinati temi.
Con questo metodo partecipativo è promossa ad esempio la campagna “Stop cibo anonimo”, rilanciata da Coldiretti contro le frodi alimentari.
A testimoniare l’importanza del web per la promozione dell’attività politica sui temi green, era presente anche Enrica Onorati, Assessore all’Agricoltura, Promozione della Filiera e della Cultura del Cibo, Ambiente e Risorse Naturali per la Regione Lazio.
I food influencer per i consumatori
È chiaro quanto i green food influencer possano aiutare le aziende, ma è altrettanto necessario sottolineare come siano d’aiuto anche per il grande pubblico, per i consumatori.
Lucia Cuffaro, green influencer premiata per economia circolare da GreenStyle, ha portato la sua esperienza come esempio. Sul web parlare di etichette piuttosto che di industria del food è un metodo efficace per coinvolgere ed informare i consumatori su cosa è più sano mangiare e su quali tipologie di prodotto possono causare meno danni all’ecosistema.
Allo stesso modo Lorenzo Lombardi, giornalista ambientale, si impegna a comunicare temi importanti come quello del cambiamento climatico, fino ad ora vissuto in modo distaccato come se fosse una realtà lontana da noi. Nel suo intervento ha ricordato inoltre quanto il cibo influisca sull’ambiente: ciò rende necessario sottolineare che una dieta non vegana può danneggiare l’ecosistema al pari dell’inquinamento causato dalle automobili.