Avevo una missione per queste vacanze estive: riuscire a non ingrassare più di 8 kg in 4 giorni di Sicilia. Devo dire che è stata un’impresa ardua, e che ci sono riuscito solo grazie ad un miracolo o a qualche strana legge della fisica. Proprio a fronte di questo miracolo ho deciso di incentrare il mio racconto non solo sul cibo, ma sulla Sicilia, partendo dalla domanda che mi è stata fatta da uno di voi:
“Cosa è per te la Sicilia?”
La Sicilia di un LargoBaleno è innanzitutto mare. Il mare dei faraglioni, il mare degli scogli. Il mare dall’acqua tanto limpida da farti vedere che realmente ci vivono i pesci dentro. Il mare del dolore ai piedi perché non c’è la sabbia. Il mare dove ti butti e nuoti, senza toccare il fondo. Il mare che se per sbaglio ti finisce in bocca, sembra avere anche un sapore diverso (forse più calorico, anche quello).
La Sicilia è “U Schicciu”; le fontanelle di acqua potabile sparse per le piazze che mi ricordano gli ideali positivi del movimento per l’acqua bene comune, utilissime in estate a combattere il caldo e le spese inutili (compreso l’utilizzo disfunzionale della plastica).
Sicilia è Etna, che insieme riesce a spaventare ed impressionare: un vulcano da temere ed ammirare con la discrezione ed il formale rispetto tipico dei siciliani (e che a noi toscani spesso manca).
La Sicilia è arte e cultura. Ed in una serata di canzoni popolari ti capita di poter ammirare gratuitamente la statua del Satiro Versante. E’ scoprire un posto sempre nuovo, come il Monastero dei Benedettini di Catania, patrimonio mondiale dell’Unesco con i suoi segreti, i suoi giardini, i suoi racconti (ve ne spoilero una: i secondogeniti delle famiglie nobili dovevano scegliere se intraprendere la carriera militare o quella monastica, e la loro più grande invenzione è stato un arancino gigante, di circa 25 chili di peso).
Sicilia è “50 sfumature di arancini” (per rimanere in tema). Bombe di riso fritte e ripiene dei gusti più originali. Dalla classica, con ripieno al sugo, che dopo un morso ricorda l’Etna in eruzione, a quelle più tradizionali con il pistacchio di Bronte, a quelle più innovative, fatte di spaghetti o con ripieno di pesce.
Ma Sicilia è anche per i golosi di dolci, con il sequel “50 sfumature di granita”. Ve ne ho parlato in un precedente post, la granita non è la grattachecca, ma un dolce tipico da accompagnare alla tipica brioche col “tuppo” per colazione o pranzo. Dal cioccolato, alla mandorla macchiata di caffè, le scelte sono le più disparate, e tutte veramente molto buone!
Sicilia è l’asso di mazze o di bastoni, il re delle carte siciliane, molto più originali e romantiche delle carte alla francese. Sicilia è trovare una penna insieme all’aperitivo, come gadget del bar. E’ ricevere l’acqua con il caffè (o con qualsiasi altra cosa ordinata). E’ scomporre un cannolo e ricomporlo in una buatta (bicchiere). E’ ordinare con naturalezza una “minchia chiara” per gustare una deliziosa birra locale.
Sicilia è casa, nelle frasi sui muri, in un piatto di pasta al pesce, o in una caponata di melanzane.