Finger Food Festival a Cascina

Per un LargoBaleno abitare in un comune come quello di Cascina è fonte d’orgoglio. Anche se tutti sbagliano a pronunciarlo (correttamente si legge Càscina e non Cascìna). Anche se molto spesso siamo arretrati sui servizi base (soprattutto il trasporto pubblico). Perché in fondo è solo nei Comuni come Cascina che camminando per strada si sente ancora il profumo della tradizione ed i ricordi raccontati a mezza voce, come fossero segretissime leggende.

Ecco, in questo scenario si è svolto il Finger Food Festival. La filosofia del “finger food” risiede nel “mangiare con le mani”. Un modo per tornare bambini, per assaporare il cibo davvero con tutti i sensi, senza limitazione alcuna. Ma il finger food festival è qualcosa di più: è la voglia di unire il “finger food” ad una comunione di sapori e di esperienze tipiche regionali. Ecco perché sul corso di Cascina è stato possibile mangiare un hamburger di chianina a pochi passi dallo stand messicano con le particolarissime tapas.

Ho deciso di non postare le foto di tutto quello che ho mangiato ma di darvi un assaggio significativo del Festival con 4 foto.

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Le apparenze ingannano. Sembrano due normalissimi panini da merenda post giornata stressante all’università, e due comunissimi bicchieri di vino al sole. Così, ovviamente, non è. Grazie al team di Food Family, che ha trasformato il panino da strada in un’arte sopraffina. Pane artigianale, prodotti top (come noci, verdura di stagione, hamburger di qualità, pecorino o parmigiano a scaglie), ed un’immagine riconoscibile e giovane. Ad accompagnare questo splendore, Montepulciano e Trebbiano d’Abruzzo, vini DOC davvero super OK!
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Capodanno in un minuto. Vi ricordate della mia passione sfrenata per i pasticciotti, vero? Ecco, quando ho trovato uno stand dedicato ai pasticciotti non ho potuto resistere. Ho ovviamente preso la versione originale classica, con il ripieno di crema, ed ho temuto per qualche attimo di poter rimanere molto deluso. Invece il mio pasticciotto era buono come l’originale, come quello che ho mangiato a Lecce, ai piedi di Sant’Oronzo. Unica nota: un divisorio per i pasticciotti sarebbe stato utile al povero venditore per distinguere i mille gusti a disposizione senza fare confusione.
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Dulcis in fundo? Forse lo richiede il galateo, ma alla fine di un festival, così come alla fine di una normalissima e quotidiana cena, non ci sta il dolce, bensì il caffè! Ed è quello che fa la differenza, perchè ti lascerà il sapore in bocca. Un caffè cattivo può rendere atroce una cena splendida. Così come al contrario, un buon sapore dopo tante schifezze addolcisce il clima. Ma non sono casi da abbinare al Finger Food Festival: il cibo è stato tutto (o quasi) molto buono, ed il caffè ha confermato il tenore degli altri stand. Non solo per la qualità e la bontà del prodotto, ma anche per la storia che un carro trainato da una bicicletta porta con sè. Una storia di qualità, quella del caffè Penazzi, che perdura dal 1926 e che continua a stupire!
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Ho deciso di lasciare per ultima questa foto. Lo gnocco fritto. Ho sentito qualche esperto culinario commentare con cattiveria lo gnocco fritto: “Buono, ma al pari della pasta fritta, da accompagnare ad un pezzo di prosciutto o a qualche formaggio”. Io penso che lo gnocco fritto, così come la pasta fritta, se fatto bene, sia ottimo da mangiare così. E penso anche che sia l’emblema di un Festival come questo, dedicato al Finger Food. E devo ammettere che camminare mangiando gnocchi fritti con le mani, all’ombra della Torre dell’Orologio, mi abbia provocato un senso di strano orgoglio. In altri termini: mangiare gnocchi fritti fa sentire gnocchi, anche senza prosciutto o formaggi. Non ho fotografato il borlengo col ragù di pancetta: una sorta di piadina sottile, di crepe croccante, con ragù e parmigiano. Non perchè non mi piacesse, era veramente buono (anche se, da Toscano e LargoBaleno avrei aggiunto più ragù) ma perchè è finito subito senza che neanche me ne accorgessi! Quindi i miei complimenti anche allo stand “Da Giulia ringraziando le nonne”, soprattutto per il nome scelto.

 

Che dire? Grazie al Finger Food Festival per aver portato a Cascina tutto questo splendore nel settore alimentare, e continuo a dire che se riuscissimo a valorizzare sempre le nostre tradizioni culinarie, avremmo un’Italia migliore!