A quanto pare la Primavera è ufficialmente arrivata, e con lei le gite fuori porta. Quest’anno grazie al Festival del Giornalismo Alimentare ho scoperto la meta perfetta per un viaggio culturale ricco di buon cibo, storia e bel paesaggio: Alba. Eccovi un breve post con i consigli su cosa fare, vedere e mangiare in questa splendida città in un giorno.
Alba è un comune piemontese che si trova in provincia di Cuneo, nel territorio delle Langhe che dal 2014 è stato nominato bene Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO. Il Paesaggio è proprio la prima caratteristica di questo bellissimo posto: raggiungere Alba da Torino in auto è un piacere per gli occhi. Sono le colline, con i loro vigneti, a farla da padrona. Ricche di colori in estate, romantiche in inverno.
Chi è il turista ideale per Alba?
Alba è adatta un po’ a tutti, ma se dovessimo definire il turista ideale potremmo dire che è chi cerca una vacanza enogastronomica, ma che abbia anche la consapevolezza che sarà un viaggio culturale. Ad Alba, per citare l’Assessore comunale alla cultura e turismo, Fabio Tripaldi, “si respira italianità attraverso il gusto”. Ed è obbligatorio parlare di gusto con i prodotti di eccellenza che si trovano ad Alba, quali ad esempio il Barolo, il Tartufo e le nocciole.
Ma è altrettanto necessario rendere omaggio alle opere artistiche che questa città custodisce, a partire proprio dal suo Municipio. Nella Sala Consiliare ad esempio è possibile ammirare “L’Incoronata” dipinto da Macrino d’Alba nel 1501 o il “Concertino” dipinto da Preti Mattia nel 1630.
Pio Cesare: una storica cantina albese
Parlando di Barolo, ed in generale di vino, è d’obbligo menzionare la storica Cantina Pio Cesare. L’azienda si trova in una abitazione costruita adiacente ad un muro del 50 a. C. a dimostrazione dell’importanza storica della città di Alba. Una parte stessa dell’impresa è adibita a museo e contiene vecchi carri utilizzati per il trasporto delle botti, ma anche pompe per la produzione del vino ed altre curiosità storiche attinenti al settore vitivinicolo.
Sono qui prodotte all’anno circa 450000 bottiglie di vino (principalmente Barolo e Barbaresco), invecchiato in loco. Così come in loco si svolge la fase di fermentazione che avviene in acciaio inox con l’eccezione dello Chardonnay Pio che invecchia in barricche.
Uno dei problemi sopraggiunti col tempo alla Pio Cesare è quello dello spazio: in centro vigono da sempre i divieti di costruire e modificare le strutture storiche, così l’azienda si è espansa in verticale, sotto terra. Il che rende la visita ancora più interessante.
Un viaggio incredibile quello alla Pio Cesare, con il profumo del vino, la storia che incontra la modernità, e la voglia di migliorare sempre di più per onorare un prodotto delizioso. Lo posso dire perché il nostro viaggio si è concluso con una degustazione di quello che potremmo definire “quasi Barolo”, del 2016 e quindi con un anno in meno di invecchiamento per essere definito un Barolo. Bere un vino del genere non capita tutti i giorni, ed è stato un po’ come osservare un grande artista dipingere un bel quadro.
Azienda Agricola Alta Langa: il regno della nocciola tonda gentile
Dopo un bel bicchiere di vino, è l’ora di degustare le nocciole. E non si tratta di una nocciola qualsiasi, ma della “tonda e gentile delle Langhe”. Ad Alba l’Azienda Agricola Alta Langa produce queste delizie per il palato con il metodo del biologico garantito su tutta la filiera. E’ stato particolare non solo l’assaggio di questo tesoro di Alba, ma anche il racconto di tutta la sua fase di produzione nel punto vendita e laboratorio in Corso Italia 5.
I noccioleti da cui l’azienda ottiene i frutti si trovano tutti sul territorio, coltivati in Alta Langa. L’unica fase che non avviene ad Alba è quella di sgusciatura delle nocciole: si tratta di una attività necessaria, ma che non altera né inficia la qualità del prodotto. Una volta raccolte e sgusciate, le nocciole vengono essiccate naturalmente al sole per 3-4 giorni, così da evitare lo sbalzo termico causato dall’essiccazione in laboratorio, con il quale perderebbero il gusto e le proprietà organolettiche.
A questo punto le nocciole possono essere vendute così, naturali e crude. Oppure possono essere sottoposte alla fase di tostatura, a circa 210 gradi per 1 ora, e poi raffreddate, pulite e cernite manualmente. Le nocciole invendute sono destinate ad un allevamento di vitelli, e quindi non sprecate.
Dopo essere tostate possono essere macinate per fare farina di nocciole o la granella. O ancora con la raffinatrice possono essere fatte le paste di nocciole e le creme spalmabili.
Un prodotto versatile, che consumiamo abitualmente sotto varie forme, ma che solo ad Alba raggiunge una qualità così sopraffina. Lo trovate sfuso o trasformato in ottime torte, in creme spalmabili, in torrone o altri prodotti.
Alba Sotterranea: alla riscoperta del passato
La Storia di Alba è appassionante ed è essenziale conoscerla per apprezzare la città per come la vediamo oggi. E non c’è modo migliore per scoprirla se non scendendo nel sottosuolo per osservare ad occhio nudo i resti archeologici, guidati da un archeologo. Il progetto “Alba sotterranea” ha proprio questa finalità: scegliete il percorso che più fa al caso vostro, ed immergetevi nella Storia.
Scoprirete ad esempio il significato del nome della città di Alba. Vedrete poi la città medievale costruita sopra ai resti di età romana a loro volta edificati sopra al villaggio preistorico. E capirete il motivo per cui oggi Alba è anche chiamata “la città dalle 100 torri”, anche se oggi intatte ne restano circa 30.
Fondazione Ferrero, dove la cultura regna sovrana
Proprio vicino alla fabbrica della cioccolata sorge la Fondazione Piera, Pietro e Giovanni Ferrero, attiva dal 1983. Gli obiettivi della Fondazione sono riassunti in tre verbi: lavorare, creare e donare.
Nel nostro caso, ci è stato donato un importante macigno culturale rappresentato dall’arte del dadaismo e del surrealismo. Siamo stati tra i fortunati 115521 visitatori che hanno fatto accesso alla mostra “Dal nulla al sogno” che ha visto esposti i quadri della collezione del Museo Boijmans Van Beuningen.
Una mostra di rilevanza internazionale che ha ben espresso il valore del messaggio insito negli scopi della Fondazione. E’ stato a dir poco emozionante, e sono sicuro che occasioni simili non mancheranno di ripetersi anche in futuro.
Grazie al Festival del Giornalismo Alimentare
Che aggiungere se non un ringraziamento al Festival del Giornalismo Alimentare di Torino che come ogni anno ha superato le aspettative? Grazie per avermi fatto bere del vino in compagnia di tanta bella gente; grazie per avermi fatto indossare mascherina, cappellino e camice in una fabbrica di nocciole; grazie per avermi fatto sentire un archeologo, anche se armato di sola macchina fotografica e tanta curiosità.
Andate a visitare Alba, vi piacerà un mondo. E chissà che un giorno non ringrazierete me per questi consigli!